Peccati Mortali Quali Sono: il ruolo della Confessione

L’uomo è peccatore. Gesù si è sacrificato per redimere i nostri peccati. Queste due nozioni sono entrambe fondamentali, imprescindibili e legate tra loro. Ma non tutti i peccati sono uguali. Esistono, infatti, peccati mortali e veniali. I peccati mortali si chiamano in questo modo poiché ci precludono la vita eterna e l’eterna comunione con Dio; quelli veniali, invece, ci permettono di raggiungere lo stadio intermedio del Purgatorio, nel quale attenderemo la nostra destinazione nell’aldilà. Per commettere un peccato mortale, devono ricorrere tre condizioni fondamentali: la materia grave, cioè una grave offesa a Dio; la piena avvertenza, cioè la consapevolezza da parte del peccatore che ciò che ha fatto era offensivo per Dio ed, infine, il deliberato consenso, cioè l’acconsentire profondamente all’atto che si sta per affrontare, pur sapendolo gravemente offensivo per il Signore. In fatto di materia grave, ecco alcuni peccati considerati mortali: il bestemmiare, rubare, testimoniare il falso, spergiurare, abortire o fare la comunione quando si sa che si è impuri, ossia non ci si è confessati. Ovviamente, si deve essere ben consapevoli di ciò che si sta facendo e della gravità dell’azione per commettere un peccato mortale, per il quale l’unica assoluzione è la confessione.

La confessione la volle Gesù in persona per rimettere i peccatori dai loro peccati. Una buona confessione deve essere fatta in piena sincerità e disponibilità d’animo. Non si deve temere di confessare ogni peccato, anche il più grave. Solo così facendo si otterrà l’assoluzione. E’ importante, prima di tutto, fare un esame di coscienza, cioè ripensare ai peccati commessi e rifletterci profondamente. Si dovrebbe provare sincero dolore per ciò che d’impuro abbiamo fatto, ossia un dolore perfetto, il dispiacere di aver offeso nostro Signore. Il dolore imperfetto è l’aver paura di ciò che si è commesso solo perché questo potrebbe non farci godere della vita eterna o potrebbe, addirittura, riservarci l’inferno! Segue, in una buona confessione, il riproporsi di non commettere più peccati, cercando di non cadere nelle tentazioni in futuro. Bisogna poi accusare con forza tutti i nostri peccati mortali, senza ripensamenti, lacune o vergogne. Ricordiamoci che il confessore ha l’ordine al silenzio e manterrà la massima discrezione riguardo la nostra confessione!

L’assolutore, una volta rimesso il peccato, vi infliggerà una penitenza. Potrebbe essere, ad esempio, un’azione caritatevole che vada a bilanciare il male fatto in passato. Ma si può trattare altresì di preghiere o digiuni.

L’uomo è peccatore… Ma dovrebbe sempre agire, per quanto possibile, nel bene, nel rispetto del prossimo e di Dio. Solo così può garantirsi la più grande gioia che un uomo possa immaginare: quella di guadagnarsi la benevolenza di Dio e la beatitudine eterna assieme alle anime illuminate e pie! Pregate e confessatevi!

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Gesu confessione[3]