Crocifisso Luoghi Pubblici: sì o no?

E’ una diatriba senza fine quella legata al simbolo cattolico del crocifisso? Sì, cattolico, perchè non si può negare che lo sia, asserendo che rappresenti la moralità laica. Il crocifisso rappresenta la cristianità, i suoi valori che poi, chiaramente, sono gli stessi valori di cui è impregnata sino al midollo la società occidentale, sin dal Medioevo. Il crocifisso è, però, anche una parte di storia; la storia di Gesù Cristo, la storia della Chiesa, hanno riempito le pagine più belle del nostro passato. Noi siamo “anche” quel passato! Perciò dovremmo togliere il crocefisso da scuole ed uffici comunali o continuare ad esporlo? Il punto è: a chi da fastidio il crocifisso? Secondo la Corte Suprema di Strasburgo, il crocifisso dovrebbe stare al suo posto e sovrastare le lavagne, perché è un simbolo di fede per GRAN parte della comunità. L’asserzione è chiara: gran parte, non tutta. E mi pare che Stato e Chiesa si siano “divisi” già da tempo! Chi obietta che nei paesi musulmani non venga assolutamente messa in discussione la fede o i simboli da professare fa un paragone illecito. Vorremmo tornare ad una società patriarcale, tirannica e dispotica oppure anelare ad una sempre maggiore libertà di coscienza? Chi crede davvero, nel profondo del cuore, ha davvero bisogno di osservare un crocefisso in ogni luogo oppure preferisce custodire un’immaginetta sacra sotto il cuscino, vicino al cuore?

CROCIFISSO IN UNA SCUOLA DI PALERMO

Forse la società ha paura di cambiare; paura che la libertà di coscienza possa dissestare ciò in cui ha sempre creduto e distruggere dalle fondamenta le poche certezze che restano. Ma nessuno vuole sostituire il crocifisso con un altro simbolo religioso, ovviamente. Non si tratta di questo. Ma se davvero la nostra società è democratica ed aspira alla libertà di culto, dovrebbe fare in modo che i luoghi frequentati da atei, da musulmani, da ebrei, da Testimoni di Geova e da Buddhisti fossero neutrali! Nessun simbolo che ci indichi a cosa credere. Sono cuore ed anima a dover decidere, in piena libertà. Oggi, il sindaco di Cagliari ha deciso di togliere il crocifisso dal suo ufficio e l’ha sostituito con l’immagine del Presidente della Repubblica; non con un simbolo sacro, ma con l’immagine dello Stato, Stato che egli incarna col suo mandato! Molto coerente, pare. Nessuno toglierebbe un crocifisso da una chiesa. Perché discutere sull’immagine di Napolitano nell’ufficio di un Primo Cittadino? Tuttavia, c’è qualche conservatore che non ha gradito: il Sindaco di Quartucciu che, indispettito per il gesto, ha subito spedito un nuovo crocifisso al Sindaco, con una lettera che lo invita “gentilmente” a ripristinarlo! Ma si può spingere un ateo a credere? Si può costringere qualcuno ad esporre un simbolo nel quale non si riconosce? Perché doverlo fare, questo non capisco. Chi vuole amare Dio lo fa senza che nessuno glielo chieda, lo fa profondamente, con le proprie opere, ogni giorno. Non c’è bisogno di ostentare il cattolicesimo. Il vero cattolicesimo vive nelle preghiere di ogni giorno, nella fatica che versiamo per essere buoni cristiani e nel rispetto che diamo all’altro, rispetto anche verso coloro che non la pensano come noi.

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