Belen, parla Borriello: era la storia della sua vita?
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex calciatore Marco Borriello, che compie 40 anni e prepara una festa a Ibiza, ha parlato anche del suo rapporto con la modella argentina Belen Rodriguez.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport Marco Borriello parla della sua vita:
Sono in evoluzione, un bilancio lo farò a 50. Ho tanti obiettivi. Tra pochi giorni verrà ufficializzato il mio incarico come membro del board dell’Ibiza e direttore delle relazioni internazionali. Puntiamo a diventare la squadra più cool del pianeta ed a sbarcare nella Liga: adesso siamo in B.
Se si volta indietro vede:
Tante cose belle, alcune brutte. Ho grande memoria, cerco di non ripetere gli errori. Nella vita ci sono gli intoppi, la differenza la fa come reagisci.
Poi parla dei suoi goal più memorabili:
Con la Juve a Cesena: decisivo per lo scudetto. Con la Roma al Chievo: fissò il record delle dieci vittorie di fila. Con il Genoa a Udine: fu bellissimo (stop di petto, palleggio di coscia e giravolta), feci una tripletta e diventai capocannoniere. Quella sera a casa mi aspettava Belen.
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Poi gli chiedono cosa pensa della sua storia con Belen Rodriguez:
ero talmente immaturo che non ci ho mai pensato. Ho vissuto quella storia senza farmi troppe domande. Ora non ho una compagna, sono follemente innamorato della mia vita.
Sulla natura dell’amore svela:
Quando ne parlo, uso una definizione di un film di Sorrentino. L’amore è un concetto astratto, ma necessario come la felicità, l’intelligenza, come Dio.
L’amore per il bello è ereditario?
Sì, l’ho preso da mio padre. Quando vedo le sue foto da giovane, era molto elegante. Amava le belle donne, le belle macchine. Ho arricchito questa passione con le frequentazioni e i viaggi. La bellezza ti fa stare bene.
L’ex giocatore per i suoi 40 anni si è fatto un regalo grande e insolito, e svela:
Un terreno nella campagna di Ibiza dove costruirò anche un campo da padel. Credo di essere abbastanza forte e se qualcuno dice di essere più bravo, lo invito a giocare. È il campo che parla. Sempre.